sabato, febbraio 24, 2007

quell'estate psichedelica del '66


franco cuomo ci apre la soglia delle sue percezioni attraverso l'occhio dei 'the 13 floor elevator'.

buon viaggio, amici...

venerdì, febbraio 23, 2007

volontàlibertàvolontàlibertàvolontàlibertàvolontà

navigando, navigando si raccolgono pensieri che contano...
"La volontà non si studia, ma si esperimenta, si allena, si rafforza. Noi tutti abbiamo una volontà, ma spesso non lo sappiamo e non la utilizziamo, se non sporadicamente. La volontà ha la funzione di decidere che cosa si deve fare e quella di usare tutti i mezzi necessari per realizzare ciò che ha deliberato, perseverando nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà. Occupa un posto centrale nella personalità dell'uomo, è in intima relazione con il centro del suo essere, il suo vero io. La volontà è la capacità di percepirsi come "soggetto vivente", dotato del potere di scegliere, di costruire rapporti, di operare cambiamenti nella propria personalità, negli altri, nelle circostanze. Necessaria è l'esperienza di "avere una volontà", di fare uso, in prima persona, di questo margine di libertà, proprio della natura umana. Sicuramente a tutti è successo e anche più di una volta: ad un certo momento, forse nel mezzo di una crisi, o di un pericolo, si ha viva ed inconfondibile l'esperienza della volontà, della sua realtà, della sua natura. In questi momenti è l'essenza stessa della nostra natura che si rivela, sino a farci riconoscere, a poco a poco, che non solo abbiamo una volontà, ma noi stessi "siamo volontà". Il generale francese Turenne aveva l'abitudine di marciare risolutamente in prima fila quando portava l'esercito alla battaglia, e si era conquistato la reputazione di un grande coraggio. Un giorno qualcuno si congratulò con lui per il suo coraggio, e Turenne rispose: "certo che mi comporto come uomo coraggioso, ma ho paura tutto il tempo. Naturalmente non cedo alla paura, ma dico al mio corpo 'trema vecchia carcassa, ma cammina'. E il mio corpo cammina". La volontà non può agire sulle emozioni e sui sentimenti, non può controllarli direttamente; quindi non possiamo imporci di non avere paura, di non essere arrabbiati o di non essere tristi. Ma la volontà può determinare gli atteggiamenti fisici e gli atti esterni, può farci agire "come se" fossimo coraggiosi, "come se" fossimo sereni, "come se" fossimo di buon umore. Questo ci dà prima di tutto una sensazione di libertà e ci conferma che noi non siamo schiavi delle nostre emozioni che cambiano di continuo, né dipendiamo esclusivamente dalle nostre condizioni fisiologiche e psicologiche che reagiscono a tante cause esterne. Possiamo dunque comportarci non come la situazione ci induce a fare, ma come noi decidiamo di voler fare. All'inizio, lo sappiamo bene, si tratta di una finzione, di una recita, ma a poco a poco potremo accorgerci che il nostro stato emotivo cambia realmente. Questa è la "volontà sapiente", la volontà che non agisce con forza ma con strategia. Esiste una strettissima connessione tra atteggiamenti fisici esterni, immagini evocate da questi atteggiamenti, e stati d'animo a loro volta evocati dall'immaginazione. Avete mai notato come a volte il modo in cui ci vestiamo ci permette di assumere anche stati d'animo differenti? Per cambiare uno stato d'animo interno possiamo cominciare col cambiare qualche cosa all'esterno, laddove possiamo intervenire direttamente con la volontà. Il risultato non mancherà di farsi vedere.

mercoledì, febbraio 21, 2007

I paradossi di Escher

“Mani che disegnano” 1948.
Il paradosso principale di quest’opera è l’autoreferenzialità dovuta al fatto che ognuna delle mani sta disegnando l’altra. Altro contrasto illogico è la tridimensionalità delle mani accanto alla bidimensionalità dei polsini delle camicie. E' qui che Escher vuole portarci: ogni disegno è una forma di illusione.
Il geniale inganno di realtà impossibili prodotte da Escher contiene una logica visiva voluta che concede all’osservatore di cogliere gli effetti contraddittori prodotti. Molte sue opere sono costruite come dei paradossi logici: sembrano basate su premesse vere (le immagini), per mezzo di ragionamenti corretti (la composizione), e tuttavia portano a conclusioni contraddittorie (mondi impossibili). Geniale!

lunedì, febbraio 19, 2007

Il posto delle fragole



"I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e a una sterile critica dell’altrui comportamento. Constatazione che mi ha lentamente portato a isolarmi dalla cosiddetta vita sociale e mondana. Le mie giornate trascorrono in solitudine" (Dottor Isak Borg, Il posto delle fragole)

Povero dottor Isak, ancora non lo sai: il tuo viaggio è appena iniziato e non potrai fermarti, neanche per un caffè:
i tuoi sogni ti accorciano il fiato e i riflessi della coscienza affiorano imgombranti.
il dolore sarà immenso, dottor Isak, ma la tua strada è segnata, è giunto anche per te il momento di accettare la vita. Non aver paura, la "crisis" è soglia di cambiamento e ti renderà nuovo, restituito, rinato.

La fuga del "viaggio inconsapevole" è tutta nelle parole di Ingmar Bergman quando dice: "solo molto tempo dopo aver terminato di scrivere la sceneggiatura mi accorsi dell'innocente coincidenza in un dettaglio: il nome, Isak Borg, aveva le mie stesse iniziali. Certamente non è stato un fatto consapevole..."

mercoledì, febbraio 14, 2007

shadowlands

L'ho rivisto ieri sera mentre pedalavo sulla cyclette, del film ricordavo le atmosfere e un pò la storia, poi il buio e lo schermo a parete, che avvolge ogni tentativo di fuga, hanno fatto il resto. Ho viaggiato anche io nella austera (e realmente vissuta) storia d'amore tra lo scrittore Clive Staples (Jack) Lewis e la poetessa americana Joy Gresham: lei (Debra Winger), reduce da un divorzio si è trasferita in Inghilterra col figlio adolescente, lui (Anthony Hopkins), impeccabile professore di lingua e letteratura inglese ad Oxford, ne apprezza subito la fresca sensibilità. E' un viaggio tra i libri e nei libri, è la ricerca di senso che, attraverso i libri, salva anche chi non ha niente altro a cui aggrapparsi, "Leggiamo per sapere che non siamo soli" .
Il tumore osseo di Joy pone Jack di fronte all'improvvisa tragedia che gli fa scoprire un amore adulto e appassionato e la profonda religiosità dei suoi scritti ("il dolore è il megafono di Dio che risveglia un mondo sordo"). Il dolore, quello fisico e quello lacerante del distacco, lo mette d'un tratto a confronto con la drammaticità del vivere, rigenerando la sua esistenza in un'umanità non più soltanto "teorica" ma vissuta in concreto con la sua personale sofferenza ("prego perché sono impotente, perché non posso farne a meno: questo non cambia Dio, cambia me"). Capisce il valore dell'esperienza, dell'esperire con i sensi la vita, e la consapevolezza è racchiusa tutta nella frase che stringe la gola e allarga il cuore allo stesso momento: "il dolore di domani fa parte della felicità di oggi".
grazie di cuore Richard Attenborough!


venerdì, febbraio 09, 2007

fioriture


rientra a casa, stanco, forse anche un pò annoiato, ha un unico pensiero: il piano.
è frenesia quel tormento dell'anima che lo scaraventa sui tasti.
è un succedersi di bianco e nero irriverente contro tempi e pause, attraversa il pentagramma e cancella lo spartito.
il suono, neanche in sordina, lacera il buio della sala e tra le pareti riecheggia solo il battito delle note che riannodano i fili di un'infanzia appena passata e dell'adolescenza appena sbocciata.
è febbre, solo cuore, tensione che annega.
poi il silenzio che concilia,
la quiete che dilaga,
il vuoto.

mirror


sento l'attesa dei tasti e la ricerca di una risposta, la tastiera aspetta il contatto.
bene.
la provocazione stana e colpisce le soglie dei nostri valori: meno male!
ciò che esiste non si può ignorare solo perchè non ci appartiene,
è conveniente farci i conti: in una condizione di equilibrio omeostatico
la relazione sociale non evolve, si atrofizza, si sterilizza.
allora no.
che ben venga il trash se ci fa guardare in basso.

giovedì, febbraio 08, 2007

sguardi

sono ciò che la coscienza non tace,
vivono senza volontà e
come una vetrofania
lasciano trasparire quello che il cuore non ammette...
sguardi, sguardi, sguardi...
nudità dei sentimenti,
solo per pudore li affidiamo ad una lente scura
per velare
col buio e nel buio
le nostre paure

mercoledì, febbraio 07, 2007

da "il contrario di uno", erri de luca


"...nella macchina noi stretti vicini, tu sotto una coperta mi hai cercato la mano e l'hai tenuta.
Ho stretto gli occhi per strozzare il tempo. Gli occhi ci riescono...
Ho amato e conosciuto i corpi accalorati e presi nell'avvinghio,
ma quella mossa tua è una bandierina piantata in mezzo al vento di una cima, dove non si puo' piu' salire in alto verso un'intimita' maggiore,
dove quella raggiunta e' inabitabile.

Da li' bisogna scendere. Così so dire adesso.
Allora la tua mano è stata congiunzione, la particella che sta tra due nomi e li accoppia piu' di abbracci e baci.
La tua mano minuta serrata nella mia inutilmente larga,
serrata a serratura chiudeva noi due dentro e tutti gli altri fuori."

lunedì, febbraio 05, 2007

solo erri...



La scrittura è "un sollievo prima del congedo inevitabile perché ci aiuta a vivere".
E' "il “contrappeso” di una giornata di lavoro, la più grande compagnia, capace di rendere più leggera la giornata di lavoro, nella possibilità di leggere sull’autobus all’andata o al ritorno dal lavoro, una forma di “resistenza” al duro lavoro".
"Aspettare. Questo è il mio verbo a venti anni, un infinito asciutto che non sbrodola di ansia, non sbava speranza. Aspetto a vuoto".
erri de luca

mi piace frequentarti perchè non chiedi, perchè le tue parole sono una scappatoia per l'anima mia...

domenica, febbraio 04, 2007

Antonello Caporale


Incontro con Antonello Caporale... incontro dei ricordi

A Villa Fondi a Piano di Sorrento ieri 3 febbraio ore 19,00, Antonello Caporale ha presentato il suo libro "La Ciurma, incontri straordinari sul barcone della politica".
E' stata una serata di bella gente e di belle emozioni,
un ricordo che si aggiungerà ai ricordi...
grazie ancora, Antonello!