mercoledì, febbraio 14, 2007

shadowlands

L'ho rivisto ieri sera mentre pedalavo sulla cyclette, del film ricordavo le atmosfere e un pò la storia, poi il buio e lo schermo a parete, che avvolge ogni tentativo di fuga, hanno fatto il resto. Ho viaggiato anche io nella austera (e realmente vissuta) storia d'amore tra lo scrittore Clive Staples (Jack) Lewis e la poetessa americana Joy Gresham: lei (Debra Winger), reduce da un divorzio si è trasferita in Inghilterra col figlio adolescente, lui (Anthony Hopkins), impeccabile professore di lingua e letteratura inglese ad Oxford, ne apprezza subito la fresca sensibilità. E' un viaggio tra i libri e nei libri, è la ricerca di senso che, attraverso i libri, salva anche chi non ha niente altro a cui aggrapparsi, "Leggiamo per sapere che non siamo soli" .
Il tumore osseo di Joy pone Jack di fronte all'improvvisa tragedia che gli fa scoprire un amore adulto e appassionato e la profonda religiosità dei suoi scritti ("il dolore è il megafono di Dio che risveglia un mondo sordo"). Il dolore, quello fisico e quello lacerante del distacco, lo mette d'un tratto a confronto con la drammaticità del vivere, rigenerando la sua esistenza in un'umanità non più soltanto "teorica" ma vissuta in concreto con la sua personale sofferenza ("prego perché sono impotente, perché non posso farne a meno: questo non cambia Dio, cambia me"). Capisce il valore dell'esperienza, dell'esperire con i sensi la vita, e la consapevolezza è racchiusa tutta nella frase che stringe la gola e allarga il cuore allo stesso momento: "il dolore di domani fa parte della felicità di oggi".
grazie di cuore Richard Attenborough!


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