![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghS441EEiLKIOvuN5Nx0oHs4_mhIoL4fvH0qggmsimkGs08B9HZBUYsvTWidevyPDW_z7ltwnmDWuOHg03Shj_gPKH1ujAEsBMD73G7wX1BSp6aTqYtCFEHqnrRnWsw0yQ-kpgPw/s400/viaggio_inghilterra1.jpg)
Il tumore osseo di Joy pone Jack di fronte all'improvvisa tragedia che gli fa scoprire un amore adulto e appassionato e la profonda religiosità dei suoi scritti ("il dolore è il megafono di Dio che risveglia un mondo sordo"). Il dolore, quello fisico e quello lacerante del distacco, lo mette d'un tratto a confronto con la drammaticità del vivere, rigenerando la sua esistenza in un'umanità non più soltanto "teorica" ma vissuta in concreto con la sua personale sofferenza ("prego perché sono impotente, perché non posso farne a meno: questo non cambia Dio, cambia me"). Capisce il valore dell'esperienza, dell'esperire con i sensi la vita, e la consapevolezza è racchiusa tutta nella frase che stringe la gola e allarga il cuore allo stesso momento: "il dolore di domani fa parte della felicità di oggi".
grazie di cuore Richard Attenborough!
Nessun commento:
Posta un commento