lunedì, aprile 30, 2007

ILLUMINANTE VATTIMO


Nel lager opinionista che in materia di religione e dogmi tutto impacchetta, mi sembra illuminante (come sempre...) la riflessione di Gianni Vattimo
de La Stampa del 4 aprile 2007

ARTICOLO

I cattolici del terzo tipo
Davanti agli interventi della Cei non si dividono solo in «obbedienti» e «adulti». Molti altri, pur conservando fede e carità,
non ascoltano la voce della Chiesa in lotta.


Le reazioni dei cattolici alle recenti prese di posizione della Conferenza Episcopale italiana appaiono a prima vista classificabili in due categorie: una è quella dei cattolici obbedienti, a cui bisogna aggiungere i «laici rispettosi», che hanno cominciato a moltiplicarsi da quando è diventato chiaro che la difesa della famiglia, dei «valori» della tradizione giudaico-cristiana, della civiltà europea può agevolmente esser fatta coincidere con lo spirito della lotta al «terrorismo internazionale» capeggiata dall’amministrazione Bush.

L’altra categoria è quella dei cattolici «adulti», così li ha chiamati lo stesso Prodi, i quali accettano in linea di principio la disciplina richiesta dalla Chiesa, ma rivendicano il diritto di leggere molte prescrizioni - e specialmente l’ultima là dove si impone loro, quando siano parlamentari, di non votare cosiddetti Dico - limitandone la perentorietà attraverso il richiamo di altri e più «aperti» documenti del magistero ecclesiastico. È ciò che fa per esempio uno dei più autorevoli intellettuali cattolici italiani, Giuseppe Alberigo (la Repubblica, 30 marzo) in un denso e appassionato articolo, del quale è difficile non condividere molti passaggi. Alberigo resta e vuole restare un fedele figlio della Chiesa, intesa come gerarchia ecclesiastica, «il Papa e i vescovi uniti con lui». Per questo segnala persino le «pieghe» che, nel documento della Conferenza episcopale, manifesterebbero le riserve di certi vescovi che non vogliono usare questo documento come una clava e che lo intendono solo, o quasi, come un invito ai politici cattolici «affinché si interroghino sulle scelte coerenti da compiere». Ricorda poi momenti e personalità della storia recente d’Italia (De Gasperi, Andreatta...) che forniscono significativi esempi di un cattolicesimo liberale mai completamente tacitato.

Tuttavia: non sarà il caso di tener conto anche di un terzo possibile tipo di reazioni? Alludiamo a quelle di molti altri credenti, che si chiamano cattolici perché battezzati e che non hanno ancora aderito ai movimenti per lo «sbattezzo», del resto vani perché il battesimo «imprime il carattere», dice(va) il catechismo, non si può cancellare; ma che da tempo hanno rinunciato ad ascoltare la voce della Chiesa cosiddetta docente, pur partecipando alla vita della Chiesa militante, sforzandosi di praticare la carità e di non perdere la fede per lo scandalo che subiscono proprio dai loro pastori. La loro fede è spesso molto più sincera di quella dei tanti atei devoti che piacciono all’episcopato, e al potere. Rispetto ad Alberigo si distinguono perché prendono più chiaramente atto di una situazione in cui la Chiesa (la gerarchia), dimenticando il Concilio e Giovanni XXIII, ha scelto di essere una parte in lotta, «terribilis ut castrorum acies ordinata» secondo un’espressione della liturgia. Anche la recente ripresa del dogma dell’Inferno esprime in fondo questo spirito guerriero, echeggia Bush: chi non è con noi è contro di noi, niente più «pieghe» nascoste dei documenti papali, niente più enciclica contrapposta ad enciclica. Non sarebbe ora che i credenti rivendicassero finalmente la loro libertà di ascoltare la parola di Dio senza la mediazione di una nomenklatura che amministra i sacramenti come se fossero «cosa loro» (essere cattolici ha un prezzo, ha detto di recente un «ateo devoto»)? Non si può sbattezzarsi, certo; ma almeno convertirsi finalmente al cristianesimo.


Gianni Vattimo

domenica, aprile 29, 2007

i consigli di 'zio Maurizio'...


thanks, Maurizio!


nella blog-jungle può essere utile approfondire questi consigli:

1) leggere l'articolo su: http://www.megalab.it/articoli.php?id=1003

2) per le immagini free e per approfondire il discorso della licenza Creative Commons per i lavori di noi blogger, dare un'occhiata qui http://www.creativecommons.it/Immagini

3) e consultare anche: http://del.icio.us/valeriopel/immagini, sito di un web designer che ha, come primo link nei suoi bookmark della sezione immagini, una ulteriore raccolta di bookmark di siti che offrono immagini gratuite.

sabato, aprile 21, 2007

scelte

Quello che veramente mi interessa
è sapere se Dio,
quando ha creato il mondo,
aveva qualche possibilità di scelta.


Albert Einstein

l'Insieme di Mandelbrot

Alberta Rebaglia, Viva il disordine, in tuttoscienze n° 620, 15 Giugno 1994

[...] frattali: forme geometriche autosomiglianti, che si ripetono indefinitivamente, a ogni scala di grandezza e in ogni singolo segmento di curva, e che svolgono il ruolo essenziale di supporto matematico nella modellizzazione dell’evoluzione caotica di un fenomeno.


Paul Davies, The Mind of God, 1992

[...] il cosiddetto insieme di Mandelbrot [...] è una forma geometrica, detta frattale, che è strettamente legata alla teoria del caos e ci fornisce uno splendido esempio di come un’operazione ricorsiva molto semplice possa produrre un oggetto di favolosa varietà e complessità; è generato per applicazione iterata della regola (o funzione) z ® z2 + c, dove z è una variabile complessa e c una costante pure complessa. Tale regola significa semplicemente che il numero complesso z è sostituito da z2 + c, poi si prende quest’ultimo come z e si ripete la stessa sostituzione, e così via. Man mano che si applica la regola si possono rappresentare i numeri complessi così generati come punti su un foglio di carta (o sullo schermo di un computer) [...] ogni scelta di c corrisponde a sua volta a un punto dello schermo, e la collezione di tutti questi punti c forma l’insieme di Mandelbrot.



rosa frattale

blu cobalto, dream color...

domenica, aprile 15, 2007

στοχαστικός (stocasticòs)

post tratto dal blog stocastico.it: link it!

L’universo intero è contenuto in ogni vita, in ogni momento della sua esistenza. Viceversa, ogni momento di vita permea in continuazione l’intero universo. Daisaku Ikeda

στοχαστικός (stocasticòs)

[voce dotta, dal greco stochastikós “congetturale”, da stocházesthai “fare congetture”] agg. 1 dovuto al caso, aleatorio | Variabile stocastica, variabile probabilistica. 2 Musica stocastica, musica aleatoria, la cui struttura è decisa sulla base di funzioni matematiche probabilistiche.

Riporto una breve definizione del titolo di questo spazio ipertestuale come spunto alla riflessione sull’influenza del caos nelle arti, nel pensiero e nella scienza.
Probabilmente non saranno questi pensieri ad aggiungere qualcosa di importante a quanto è stato già detto da grandi filosofi e scienziati, ma infondo non è questo il mio obiettivo.
Interessanti sono le affinità tra il pensiero orientale originario di migliaia di anni fa e le riflessioni di alcuni grandi scienziati contemporanei.
Se il pensiero buddista vede un legame vitale tra tutto ciò di cui è composto il cosmo1, una parte del pensiero scientifico del nostro tempo accetta l’idea che anche “piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema”2 ovvero come esemplicò E. Lorenz3 il battito delle ali di una farfalla, a séguito di una catena di eventi, può provocare una tromba d’aria in luogo anche molto distante.

  1. cfr. Daisaku Ikeda, “La vita mistero prezioso”, Sonzogno, 1982, Milano. []
  2. Wikipedia contributors, “Effetto farfalla,” Wikipedia, L’enciclopedia libera, http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Effetto_farfalla&oldid=1583682 (accessed dicembre 5, 2005). []
  3. Wikipedia contributors, “Edward Norton Lorenz,” Wikipedia, The Free Encyclopedia, http://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Edward_Norton_Lorenz&oldid=30136093 (accessed December 5, 2005). []

www.fulvialeopardi.it: grazie!

La vendetta è un piatto che va servito freddo

Drew Gilpin Faust, il primo rettore donna di HarvardSummers, economista, ex ministro del Tesoro nell’amministrazione Clinton, ed ex rettore di HarvardVe lo ricordate voi Lawrence Summers, il rettore di Harward che aveva affermato che le donne, nel campo delle attività scientifiche e ingegneristiche, e in generale in tutti i ruoli di rilievo, sono scarsamente rappresentate perché, al contrario degli uomini, non sono portate per quei lavori, e, in generale, le donne sono inferiori agli uomini? Ipse dixit: “Non è che alle donne manchi la voglia. È che proprio non ci arrivano.”
Bòn, nel febbraio scorso Summers, economista ed ex ministro del Tesoro nell’amministrazione Clinton, ha ricevuto il benservito dalla Harvard Corporation, il secolare e segretissimo massimo organo di governo dell’università, che ha potere di vita e di morte sulle attività del campus. Al suo posto, per la prima volta in 371 anni di vita della celebre e prestigiosa università USA, è diventata rettore una donna, tale Drew Gilpin Faust.
…alla faccia tua, Summers!

venerdì, aprile 06, 2007

da l'Espresso: incontro con l'Altrove...

a breve incontreremo Paolo Mastroianni, e parleremo di altrove e di altri.
intanto, vi segnalo la recensione che l'espresso ha dedicato al libro e lascio alle nostre coscienze il 'peso' di un "carico umano dimesso e spaesato"...

L'altrove è a Villa Literno

di Carla Benedetti
Sogni, ricordi, speranze e frustrazioni di un gruppo di stranieri nel romanzo d'esordio di Paolo Mastroianni
Africani immigrati a Villa Literno, prostitute ganesi e albanesi, un pullman di ambulanti polacchi appena giunti in Italia e spersi nella notte vicino a Caserta, una casalinga di Caserta, un rumeno che truffa i turisti a Budapest, un impiegato filippino in tournée d'affari in Europa. Un'insolita galleria di personaggi si sussegue con straordinaria vividezza, e senza un solo momento di fiacca, nel libro di esordio di Paolo Mastroianni, 'Altrove '. Si muovono tutti in uno stesso arco di tempo, dal 15 al 29 marzo 1993. Il primo a entrare in scena è un magnaccia tunisino. Lo seguiamo per una giornata, da quando si sveglia in una camerata deserta fino alla notte di lavoro sulla variante presso Villa Literno. Finché all'alba viene ucciso da un altro tunisino per ordine del racket. A quel punto il racconto segue l'assassino. Poi è la volta di una delle prostitute. Ogni figura tiene il proscenio narrativo per un po', con il suo bagaglio di sogni, ricordi, speranze e frustrazioni, finché passa la mano a un altro, a lui legato per vicende o per contiguità spaziale. I passaggi da una figura all'altra, per quanto narrativamente insolito, non è mai meccanico ma portato quasi naturalmente dall'intrico delle esistenze. Tutti i personaggi viaggiano vicini, incrociandosi in quell'altrove che è il nostro mondo. Lo attraversano come se fosse una foresta, spaesati e impauriti, lungo quella rete di sentieri che hanno per guardiani mafie o, nel caso dei polacchi, la rete di accoglienza del Vaticano. Ognuno è colto in un momento di incertezza o di crisi, che per tre di essi coincide con la morte. Viene da chiedersi da dove l'autore, che è nato a Caserta e fa l'ingegnere, abbia attinto materia per dischiuderci in poche pagine, con tanta delicatezza di notazioni, e senza concedere niente ai cliché, destini tanto diversi. Evidentemente l'impossibilità dell'esperienza, che molti teorizzano come nostra condizione epocale, è una fandonia. Quello che colpisce di 'Altrove' è l'animarsi di quelle figure nell'intimo della loro realtà individuale: un "carico umano dimesso e spaesato" in cui finiamo per immedesimarci, con profondo coinvolgimento.

Paolo Mastroianni, 'Altrove ' Effigie, pp. 106