mercoledì, dicembre 31, 2008

2009: SI RICOMINCIA DALLA GUERRA. VERGOGNA!



anno nuovo, morti nuovi...e pagano come sempre gli innocenti.


Inizio il 2009 con l'appello di PAX CHRISTI
: vi prego, urlatelo a chi potete!

FERMATEVI SUBITO, FERMIAMOCI TUTTI!

"Quello in corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento, è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice". P. Manauel Musallam, parroco a Gaza, 27 dicembre 2008
Un inferno di orrore, morte e distruzione, di lutti, dolore e odio si sta abbattendo in queste ore sulla Striscia di Gaza e sul territorio israeliano adiacente.
A voi, capi politici e militari israeliani,
chiediamo di considerare che insieme ai 'miliziani' di Hamas state colpendo, uccidendo e ferendo centinaia di civili palestinesi. Non potete non averlo calcolato. Non potete non sapere che a Gaza non esistono obiettivi da mirare chirurgicamente. Non potete non aver messo in conto che da troppo tempo è la popolazione di Gaza a vivere sotto embargo, senza corrente elettrica, senza cibo, senza medicine, senza possibilità di fuga. Le vostre crudeli operazioni di guerra compiono opera di morte su donne, bambini e uomini che non possono scappare né curarsi e sopravvivere, essendo strapieni gli ospedali e vuoti i forni del pane. Ascoltate i vostri stessi concittadini che operano nelle organizzazioni israeliane per la pace: "Siamo responsabili della disperazione di un popolo sotto assedio. Hamas da settimane aveva dichiarato che sarebbe stato possibile ripristinare la tregua a condizione che Israele riaprisse le frontiere e permettesse agli aiuti umanitari di entrare. Il governo d'Israele ha scelto consapevolmente di ignorare le dichiarazioni di Hamas e ha cinicamente scelto, per fini elettorali, la strada della guerra".
FERMATEVI SUBITO!
A voi, capi di Hamas,
chiediamo di considerare che i vostri razzi artigianali lanciati verso le cittadine israeliane poste sul confine, sono strumenti ulteriori di distruzione e, per fortuna raramente, di morte, e creano inutilmente paura e tensione tra i civili. Sono una assurda e folle reazione all'oppressione subita, che si presta come alibi per un'aggressione illegale. Se foste più potenti, capi di Hamas, vorreste forse raggiungere i livelli di distruzione dei vostri nemici? E non essendolo, a che scopo creare panico, odio e desiderio di vendetta nei civili israeliani che vivono a fianco alla vostra terra? Quali strategie di desolazione, disumane e inefficaci, state perseguendo?
FERMATEVI SUBITO!
E noi donne e uomini che apparteniamo alla 'società civile',
FERMIAMOCI TUTTI!
Sostiamo almeno un minuto accanto a tutti i civili che soffrono. Alle centinaia di ammazzati palestinesi, che per noi non avranno mai nome e volto, come alla vittima israeliana. Alle centinaia di feriti palestinesi e ai fortunatamente pochi feriti israeliani. A chi ha perso la casa. A chi non può curarsi.
E poi, tutti insieme, alziamo la voce: non è questa la strada che porterà Israele a vivere in pace e sicurezza. Non è questa la strada che porterà i palestinesi a vivere con dignità in uno Stato senza più occupazione militare, libero e sovrano.
I media italiani in questi giorni hanno purtroppo mascherato una folle e premeditata aggressione -e soprattutto l'insopportabile contesto di un assedio da parte di Israele che per mesi ha ridotto alla fame un milione e mezzo di persone- scegliendo accuratamente alcuni termini ed evitandone altri.
La maggior parte dei quotidiani e telegiornali hanno affermato che "è stato Hamas a rompere la tregua". Invece il 19 dicembre è semplicemente scaduta una tregua della durata concordata di sei mesi. L'accordo comprendeva: Il cessate-il-fuoco, la sua estensione nel giro di qualche mese alla Cisgiordania e la fine del blocco di Gaza. Questi impegni non sono stati rispettati da Israele (25 palestinesi uccisi solo dalla firma dell'accordo) e quindi Hamas non l'ha rinnovato. Ancor più precisamente, già ai primi di novembre, Israele aveva rotto la tregua con una serie di attacchi a Gaza uccidendo altri 6 palestinesi.
Aiutiamoci allora a valutare criticamente le analisi spesso falsate dei media per dare maggior forza ad altre voci diventate grida: Solo poche ore fa, proprio a Gaza, il Patriarca di Gerusalemme celebrava la Messa di Natale riprendendo il suo Messaggio natalizio:"Siamo stanchi. La pace è un diritto per tutti. Siamo in apprensione per l'ingiusta chiusura imposta a Gaza e a centinaia di migliaia di innocenti. Siamo riconoscenti a tutti gli uomini di buona volontà che non risparmiano sforzi per spezzare questo blocco."
La strada intrapresa invece, lastricata di sangue e macerie, condurrà la gente qualsiasi al macello. E i suoi capi alla sconfitta. In primo luogo alla sconfitta umana.

sabato, dicembre 27, 2008

UN POST DEDICATO: IL DISTURBO NARCISISTICO DELLA PERSONALITÀ

Voglio chiudere l'anno con un post dedicato.
Sì, dedicato a un disturbo della personalità che, finchè resta un capitolo del manuale di diagnosi psicoanalitica, ti sembra un problema tra i tanti che devi prepararti ad affrontare nel tuo lavoro di psicologo.
Ma quando diventa un incontro importante, quando si materializza nelle forme della persona cara che credevi di conoscere, quando cioè hai di fronte il manuale in carne e ossa, allora non sai se prendere le distanze dal narcisista o dal manuale.
Ma tant'è.
Così, alla fine del mio 2008, voglio lasciare traccia dell'incontro riportando in questo post un pezzo di manuale. A futura memoria.
Non si sa mai: si dovesse materializzare di nuovo...
BUON ANNO A TUTTI!


IL DISTURBO NARCISISTICO DELLA PERSONALITÀ

La caratteristica essenziale del Disturbo Narcisistico di Personalità è un quadro di tendenza alla superiorità, necessità di ammirazione e mancanza di sensibilità per gli altri.
Gli individui con disturbo narcisistico hanno, per la maggior parte del tempo, un’alta considerazione di sé. Essi abitualmente esagerano le proprie capacità, apparendo spesso presuntuosi. Credono di essere speciali, superiori, di dover essere soddisfatti in ogni loro richiesta e di avere diritto ad un trattamento speciale.
Si aspettano che anche gli altri riconoscano il loro status di persone speciali e, nel caso in cui questo accada, li idealizzano. Viceversa se gli altri mettono in discussione le loro qualità reagiscono con rabbia, risultando incapaci di mettersi in discussione ed accettare le critiche.
Gli individui con disturbo narcisistico di personalità generalmente hanno difficoltà a riconoscere che anche gli altri hanno desideri, sentimenti e necessità. Credono che le proprie esigenze vengano prima di ogni cosa e che il loro modo di vedere le cose sia l'unico giusto universalmente, mostrando indifferenza rispetto al punto di vista degli altri e incapacità di coglierlo. Così, per esempio, gli individui con disturbo narcisistico possono pretendere di evitare di fare la fila e di essere serviti immediatamente da commessi e camerieri. In ogni caso, anche se non lo pretendono, si infastidiscono oltre modo quando si trovano a dover rispettare le attese, le regole condivise, mal tollerando di non veder soddisfatti subito i propri bisogni.
Le relazioni interpersonali sono dunque tipicamente compromesse a causa di problemi derivanti dalle eccessive pretese, dalla necessità di ammirazione e dal relativo disinteresse per la sensibilità degli altri. Gli individui narcisistici, infine, sono spesso invidiosi degli altri, o credono che gli altri siano invidiosi di loro. Tendono a vedere gli altri in chiave competitiva e a lottare per stabilire e mantenere una posizione di supremazia.
Molto spesso, negli alti ruoli di qualunque gerarchia (aziendale, istituzionale, ecc.), troviamo soggetti con personalità narcisistica, in quanto le loro caratteristiche sono funzionali alla competizione sul lavoro. Ottengono elevati risultati senza rendersi conto di quanto molte persone facciano le spese dei loro atteggiamenti o rimangano ferite da essi.
Nelle relazioni interpersonali sono fallimentari. Scelgono generalmente partner deboli e sottomessi, che li ammirano e li fanno sentire importanti. Dopo un po’ di tempo, però, si annoiano, si sentono insoddisfatti e vanno alla ricerca di nuovi flirt, volti a stimolarli nuovamente, oppure tentano di trasformare il/la partner, manipolandoli a loro piacimento. Anche in amore vivono con un costante senso di competizione e il gusto che traggono dalla relazione e principalmente quello di conquista della “preda”. Vivono le relazioni sessuali con forte ansia da prestazione, il che talvolta li rende vittima di disfunzioni sessuali, che per loro costituiscono una tragedia.
Nei rari casi in cui entrano in relazioni con una persona “al loro livello”, che non li ammira, a cui sono loro ad attaccarsi veramente, soffrono di un’elevata ansia d’abbandono e, nel caso di una rottura, sprofondano nella depressione. Stessa sorte tocca loro nel caso in cui ottengano pesanti fallimenti sul lavoro o perdano una competizione importante.
In ogni caso i narcisisti, anche quando hanno la sensazione di avere tutto ciò che desiderano (successo, amore, soldi, ecc.) si sentono costantemente insoddisfatti e attraversano fasi depressive cui non sanno dare una spiegazione.
La terapia del disturbo narcisistico è molto difficile, anche per la loro totale inconsapevolezza del disturbo e dell’effetto che esso provoca negli altri. In genere arrivano ad una terapia soltanto perché si sentono depressi, ma le tradizionali terapie antidepressive non hanno efficacia. La terapia cognitiva a medio-lungo termine (da 1 a 2 anni) offre qualche possibilità di miglioramento, sebbene sia molto difficile modificare una struttura di personalità e, in questi casi, anche conquistarsi la fiducia del paziente e mantenerla elevata.


Il bisogno di distruggere la coppia deriva da un'aggressività primitiva contro la coppia edipica. Questi conflitti inconsci possono essere portati alla patologia dalla relazione madre-bambino. L'aggressione provocata, innescata o rinforzata da una madre fredda e rifiutante, da una trascuratezza grave, precoce o cronica, da una madre dimentica dei bisogni emotivi e della vita interiore del figlio; un rinforzo secondario tramite i conflitti con il padre ( o l'assenza di una disponibilità da parte del padre ) possono indurre invidia e odio intensi verso la madre. L'odio per le donne e l'invidia per esse possono diventare un potente motore inconscio che intensifica i conflitti edipici. Questi uomini odiano inconsciamente la donna desiderata.

Ciò che le persone narcisistiche hanno in comune è un senso interiore e/o terrore di inadeguatezza, vergogna, debolezza e inferiorità. I loro comportamenti compensatori possono essere molto diversi, ma rivelano preoccupazioni simili.

Il costo più pesante di un orientamento narcisistico è l'arresto dello sviluppo della capacità di amare. Il bisogno soverchiante di essere rassicurati del proprio valore toglie ogni energia per gli altri, tranne che nella loro funzione di oggetti-sè ed estensioni narcisistiche. Il narcisista invia dunque agli amici e ai familiari messaggi ambigui: il suo bisogno degli altri è profondo, ma il suo amore per loro è superficiale.

I narcisisti tendono a denegare rimorso e gratitudine. Il rimorso per un proprio errore o un'offesa arrecata implica l'ammissione di un difetto; provare gratitudine per l'aiuto offerto da qualcuno vuol dire riconoscere il proprio bisogno.

Scuse sincere e ringraziamenti sentiti saranno quindi rigorosamente evitati o gravemente compromessi nella persona narcisista, con grande impoverimento delle loro relazioni con gli altri.

Ci si può chiedere se le personalità narcisiste possano amare solo se stesse. Come ha osservato van der Waals, non è che il narcisista ami solo se stesso e nessun altro: egli ama male se stesso come ama male gli altri.

Nell'esame delle dinamiche sottostanti è di centrale importanza l'invidia preedipica, cioè una specifica forma di rabbia e di risentimento contro un oggetto di cui si ha bisogno ma che viene vissuto come frustrante o rifiutante. La cosa desiderata diventa così anche forma di sofferenza. Per reagire a questa sofferenza si sviluppa un desiderio cosciente o inconscio di distruggere, di sciupare e di prendersi con la forza ciò che viene rifiutato. La tragedia sta nel fatto che l'appropriarsi in modo rabbioso e avido di ciò che viene negato non porta alla soddisfazione, perchè l'odio per ciò che si desidera sciupa ciò che viene incorporato, e il soggetto finisce sempre per sentirsi vuoto e frustrato. Nello stesso tempo, dato che la bontà di ciò che l'altro ha da offrire è fonte d'invidia, la dipendenza da un oggetto d'amore diventa impossibile e deve essere negata. La personalità narcisistica ha bisogno di essere ammirata piuttosto che amata.

martedì, dicembre 23, 2008

AUGURI POVERI

Buon Natale a chi ha perso il lavoro;
Buon Natale a chi un lavoro non lo ha mai avuto;
Buon Natale a chi un lavoro lo ha e ringrazia Iddio per averglielo dato;
Buon Natale a chi cammina con le scarpe vecchie;
Buon Natale a chi impara, oggi, che Natale è Natale anche senza regali;
Buon Natale a chi fa regali a quelli che veramente ne hanno bisogno;
Buon Anno Nuovo a tutti quelli che sperano nella loro Buona Volontà...
http://www.spartacusquirinus.it/imago/babbonatale.jpg

venerdì, dicembre 12, 2008

...NOT IN MY NAME!

Seguo l'input di Oscar, blogger sempre attento e puntuale sui fatti, e vi segnalo dal CORRIERE DELLA SERA l'articolo che segue:

Clima, premio «della vergogna» all'Italia

Omaggio semiserio per la frase del premier e le minacce di veto al piano Ue. Prestigiacomo: se ne pentiranno

POZNAN (POLONIA) - Per la seconda volta nel giro di una settimana l'Italia ha dovuto incassare il «Fossile del giorno», il premio della «vergogna ambientale» dato ai Paesi che adottano i peggiori comportamenti nei processi negoziali sul cambiamento climatico: omaggio semiserio del Can, la rete che riunisce centinaia di organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo. Il premio, questa volta, e' stato attribuito personalmente al presidente Silvio Berlusconi, per la sua frase, citata fra il divertimento generale dei molti partecipanti al convegno di Poznan, secondo cui «quando uno ha la polmonite non va dal barbiere a tagliarsi i capelli».

PAROLE FUORI POSTO - Fuori di metafora, hanno spiegato gli organizzatori del «Fossile», interpretando il pensiero del premier italiano, Berlusconi intendeva dire che in tempo di crisi economica non si dovrebbero tagliare le emissioni dei gas serra. «Evidentemente il premier italiano non si e' reso conto che il malato deve uscire non per andare dal barbiere, ma perche' la casa brucia», hanno aggiunto. A parte l'atmosfera goliardica che caratterizza le assegnazioni dei Fossili, la nuova frecciata del Can all'Italia esprime la preoccupazione del mondo ambientalista internazionale che il veto italiano possa fare saltare il pacchetto climatico in discussione a Bruxelles e che questa eventualità, esplicitamente minacciata da Berlusconi, possa a sua volta innescare un effetto domino, mandano all' aria anche il negoziato gestito dalle Nazioni Unite per arrivare a un rilancio del Protocollo di Kyoto ormai in scadenza (2012).

LA REAZIONE DEL MINISTRO- Se Berlusconi ha usato l'accetta, dicendo chiaro e tondo che non subordinerà gli interessi dell'industria italiana alle ferree regole del pacchetto clima voluto dalla Commissione Europea, il ministro dell' Ambiente Stefania Prerstigiacomo, in una conferenza stampa tenuta ieri sera a Poznan, ha usato il fioretto. «Noi non vogliamo smentire il ruolo di traino finora giocato dall'Unione Europea nell' ambito della trattativa climatica -ha dichiarato il ministro -. E stiamo lavorando seriamente affinché entro l'anno prossimo a Copenhagen si raggiunga un accordo veramente globale, con l'inclusione dei maggiori emettitori di gas serra come gli Stati Uniti, la Cina e l'India. Ma intanto facciamo un discorso di equità: il pacchetto clima, cosi' come era stato formulato, era iniquo per il nostro Paese. Interi settori produttivi correvano il rischio di essere chiusi o delocalizzati. Procedere con gli occhi chiusi sarebbe stato scandaloso. Non è vero che il nostro Paese è isolato. Altri Paesi condividono le nostre stesse preoccupazioni, solo che noi le abbiamo espresse in modo piu' diretto, trasparente». Quanto al «Fossile»la Prestigiacomo ha reagito in maniera piuttosto piccata: «Si pentiranno amaramente di questa assegnazione», senza altro aggiungere. «Comunque -ha concluso il ministro riguardo all'esito della trattativa parallela in corso a Bruxelles- spero davvero nella buona notizia finale, cioè nella possibilità di un accordo equo e condiviso".

Franco Foresta Martin
11 dicembre 2008