sabato, febbraio 28, 2009

DA NON PERDERE!!!



“Film&Food Festival - Il Gusto del Cinema da Stabia a Sorrento” 4/5/6/7 MARZO 2009
Evento di Cinema e Gastronomia organizzato dalla Condotta dello Slow Food con la collaborazione del Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento e la rivista “Gusto Mediterraneo” che si terrà in penisola Sorrentina dal 4 al 7 marzo 2009
L' evento è citato sulla stampa della patria mondiale della gastronomia "Le Figaro".
Si rinnova in costiera il goloso appuntamento tra Cinema e Gastronomia. Un festival itinerante con proiezioni di film seguite da cene a tema in ristoranti della penisola che vanno da Castellammare fino a Sorrento. Un evento che vedrà le due arti intrecciarsi in un unico momento culturale e conviviale con la partecipazione di giornalisti cinematografici, di quelli che curano le pagine di enogastronomia ed esperti Slow Food.

Cinema e gastronomia: due espressioni artistiche, due modi di vedere il mondo che hanno in comune l’intensità dell’emozione che si prova gustandoli E’ questione di sensi. Quello del gusto e quello della vista. Sensi che comunque partono dal cuore. Ma è soprattutto questione di passione. Quella sfrenata per l’arte cinematografica che mette sullo schermo pezzi di storia umana o fantastiche illusioni e quella per la cucina che mette nei piatti il modo di essere di un popolo o le fantasiose rivisitazioni di tradizioni secolari.

Uno dei punti di incontro, ben visibile, tra le due arti sono le memorabili scene ambientate a tavola o che hanno per oggetto il cibo. La sintesi di questo incontro, tutt’altro che raro nella filmografia di tutti i tempi, è racchiusa nell’ultimo libro “Il gusto del Cinema- Almanacco 2008”, della giornalista Laura Delli Colli inviata del settimanale “Panorama”. Un libro di ricette rivisitate dall'autrice e tratte da scene di memorabili film del 2008.

Ed è proprio il libro di Delli Colli con la filmografia del 2008 ad essere il filo conduttore dell’evento. Dal libro sono stati scelti 3 film che hanno in comune il tema della tolleranza, l’integrazione e la solidarietà sociale per raccontare il gusto di un cinema che ha il sapore dolce, salato, piccante ed esotico della buona tavola.

I film saranno proiettati gratuitamente al Cinema Delle Rose di Piano di Sorrento con un unico spettacolo pomeridiano previsto per le ore 18.

- Mercoledì 4 marzo “Pranzo di Ferragosto” di Gianni Di Gregorio con Valeria De Franciscis e Alfonso Santagata. Film rivelazione, premiatissimo alla Mostra di Venezia 2008, con la pasta al forno che dirà la sua sulla solidarietà sociale

- Giovedì 5 marzo “Bianco e nero” di Cristina Comencini con Fabio Volo a Ambra Angiolini. Film sull’amore che superando le barriere razziali può tutto, anche trasformare il protagonista in un improvvisato cameriere che serve polpette vegetali.

- Venerdì 6 marzo “Lezioni di cioccolato” di Claudio Capellini con Luca Argentero, Violante Placido e Neri Marcorè. Un film al cioccolato in ogni senso, dove il prelibato dolce cambierà la vita al protagonista facendogli incontrare l’amore e capire l’importanza del rispetto per i lavoratori stranieri.

Dopo ogni proiezione ci sarà la cena ispirata al film con una libera interpretazione, dei piatti presi prestito dal libro della Delli Colli, da parte dello chef di casa che sarà affiancato da uno chef stella Michelin. E quindi la tolleranza a tavola prenderà il sapore della pasta vista in “Pranzo di ferragosto”, il sapore della cucina etnica vista in “Bianco e nero” e del cioccolato visto in “Lezioni di cioccolato”. Prima della cena un giornalista esperto in enogastronomia, affiancato da un esponente dello Slow food, illustrerà i piatti ed il loro collegamento al film

L'itinerario ed i protagonisti:

- Mercoledì 4 marzo apertura del Festival al Gran Hotel "Crowne Plaza Stabiae Sorrento Coast" di Castellammare ore 20.30 con una cena ispirata al film “Pranzo di ferragosto” che avrà per protagonista la pasta della vicina Gragnano ed in particolare quella del pastificio “Garofalo”. In una serata dedicata alla pasta non poteva mancare la presenza del “Club Maccheronico” e del suo presidente, il noto giornalista enogastronomico Antonio Fiore. Ospite d’eccezione la scrittrice Maria Natale Orsini che con il suo romanzo “Francesca e Nunziata”, da cui è stato tratto un celebre film con Sofia Loren, ha contribuito alla diffusione della cultura della pasta artigianale. Il menù a quattro mani sarà curato, dallo chef di casa Enrico Mori e da Renato Martino chef del ristorante stellato “Vairo al Volturno”. Info/081.3946700

- Giovedì 5 marzo alla "Grillerie del Casale" di Meta ore 20.30, la cena sarà dedicata alla cucina etnica, ispirata al film “Bianco e nero”. La serata condotta dai giornalisti Stefano De Stefano e Luigi D’Alise esperti in cinema ed enogastronomia vedrà la partecipazione dello chef stellato Peppe Stanzione del ristorante “Casa del nonno 13” di Mercato San Severino che affiancherà lo chef della Grillerie Nico Ercolano. Info/081.8787722

- Venerdì 6 marzo al ristorante "Le Tre Arcate" di Piano di Sorrento ore 20.30,sarà di scena il cioccolato che con una libera interpretazione dal film “lezioni di Cioccolato” sarà il protagonista dei piatti preparati dallo chef stellato Peppe Guida del ristorante “Nonna Rosa” che affiancherà lo chef delle Tre Arcate, Salvatore Accietto. La giornalista Santa Di Salvo esperta in enogastronomia guiderà gli ospiti durante la cena di degustazione. Info/081.532 1849

- Sabato 7 marzo gran finale all'Excelsior Vittoria di Sorrento dove la giornata conclusiva prevede due eventi.
In mattinata sarà presentato il libro “ Malafemmena” di Liliana De Curtis. Un libro che racconta la vera storia della canzone scritta da Totò e celebrata anche in un famoso film. La figlia del grande Totò sarà presente all’evento
In serata il gala conclusivo con Laura Delli Colli che, affiancata da Bruno Gambacorta, Antonio Fiore, Santa Di Salvo ,farà un bilancio dell'evento coinvolgendo i giornalisti e gli chef protagonisti delle serate precedenti, tracciando un analisi della filmografia del 2008 ed il suo legame con la gastronomia ed i piatti visti nei film e poi preparati dai vari chef. Mentre lo chef del Vittoria Vincenzo Galano preparerà una cena ispirandosi, per il menù, ai tre film proiettati nelle serate precedenti. Un piatto dedicato alla pasta, uno al cacao ed uno ala cucina etnica. Una serata conclusiva che riassumerà l'itinerario svolto e lo spirito della intera manifestazione. Saranno presenti i vertici nazionali dello Slow Food, personalità del mondo della cultura Info/081.8071044

I vini in abbinamento ai piatti, creati per le quattro cene, sono delle aziende vitivinicole: “Terre di Sylva Mala”, “ Cantina Podere del Tirone” “ Marisa Cuomo” e “Terre del Principe”. Mentre i rosoli di fine pasto saranno dell’Enoteca Di Leva di Gragnano e la pasta di “Garofalo”. Inoltre, saranno utilizzati prodotti dei “Presidi Slow Food”

TUTTE LE SERATE PREVEDONO LA PARTECIPAZIONE DI UN PUBBLICO PAGANTE A PREZZO SLOW FOOD
Crowne Plaza 40euro
Grillerie Meta 35euro
Tre arcate piano35 euro
Vittoria 60 euro

giovedì, febbraio 19, 2009

VAI E SOTTOSCRIVI

Appello per il diritto alla libertà di cura

Rispettiamo l'Articolo 32 della Costituzione

Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull'onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico.

Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell'orientamento generale degli italiani.

Rivendichiamo l'indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.

Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l'integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.

Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.

Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.

Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.

Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.

Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione.


Primi Firmatari

Ignazio Marino, chirurgo e senatore
Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio
Corrado Augias, scrittore
Bianca Berlinguer, giornalista
Alessandro Cecchi Paone, conduttore televisivo
Maurizio Costanzo, giornalista
Guglielmo Epifani, Segretario Generale CGIL
Paolo Franchi, giornalista
Silvio Garattini, scienziato, farmacologo
Massimo Giannini, giornalista
Franzo Grande Stevens, avvocato
Marcello Lippi, Commissario tecnico della Nazionale italiana
Luciana Littizzetto, attrice e cabarettista
Alessandra Kustermann, medico, ginecologa
Miriam Mafai, giornalista e scrittrice
Vito Mancuso, teologo
Erminia Manfredi, regista
Simona Marchini, attrice e autrice
Rita Levi Montalcini, premio Nobel
Giuseppe Remuzzi, scienziato, immunologo
Stefano Rodotà, giurista
Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica
Umberto Veronesi, oncologo
Mina Welby, delegato municipale ai diritti civili
Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale

lunedì, febbraio 16, 2009

PERDETE OGNI SPERANZA...

riporto dal sito novamag.it

PERCHE' ALL'ITALIA NON BASTEREBBE UN OBAMA...

Il 27 gennaio lo Huffington Post, ormai celebre quotidiano online statunitense fondato nel 2005 da Arianna Huffington e premiato per due anni come migliore blog politico, ha pubblicato un intervento di due giovani ricercatori italiani con un’esperienza internazionale, Alessandro Fusacchia e Fabio Oliva intitolato “Italy: No Country For Young Men“. Ne riportiamo la traduzione in italiano.

L’Italia è alla ricerca di un Barack Obama italiano. All’indomani della vittoria del primo afro-americano in un’elezione presidenziale americana, politici italiani di ogni fede, la società civile, i media e l’opinione pubblica hanno reclamato con veemenza la necessità di un’ondata di speranza e cambiamento anche per la nostra penisola.Purtroppo il vento del cambiamento non soffia sull’Italia, un paese affetto da lentezze burocratiche, scandali e una scarsa propensione all’innovazione. Anche ammesso che si riuscisse a trovare un Obama italiano, un tale individuo da solo non riuscirebbe a ridare speranza e intraprendere le riforme e le trasformazioni necessarie a un paese immobile da decenni e resistente al cambiamento. In poche parole, l’Italia non è pronta per un leader come Obama.

Il Belpaese è assediato da problemi strutturali, che hanno bisogno di risposte e soluzioni strutturali. La ricerca di una leadership come quella rappresentata da Obama - giovane, competente e capace di unire una società frammentata e abbattuta - è possibile solo a condizione che si avvii una strategia innovativa per il reclutamento e l’empowerment delle nuove generazioni.

Il rinnovamento della leadership può essere realizzato soltanto attraverso un approccio inclusivo e inter-generazionale al potere. Purtroppo, il sistema italiano - per non parlare della sua attempata classe dirigente - è ostile a questi concetti. Esso rifiuta qualsiasi meccanismo di rigenerazione rendendo l’eventuale ascesa di una figura come quella del neo-presidente americano insufficiente a risanare il paese.
L’avvento di un nuovo leader sarebbe un inutile spreco nel momento in cui manca un’intera generazione di giovani consiglieri e riformatori aperti al cambiamento necessari a dare consistenza all’azione di governo e promuovere una nuova stagione di politiche pubbliche. Chi è predisposto alla creatività e aperto al cambiamento viene messo alla porta oppure è costretto a emigrare. Un rapporto promosso dalla Fondazione Migrantes ha dimostrato che oltre la metà dei 4 milioni di italiani che vivono regolarmente all’estero ha meno di 35 anni. I giovani professionisti e i ricercatori in particolare rappresentano la colonna portante della diaspora italiana.
I settori della ricerca, delle infrastrutture e dell’energia soffrono di problemi riconducibili alle stesse cause.
Le università continuano a chiedere maggiori fondi ma allo stesso tempo sono incapaci di farne un buon uso a causa delle incoerenze burocratiche, delle lacune strutturali di cui soffre un sistema dell’istruzione in affanno a causa dell’assenza di meccanismi di valutazione e ottimizzazione delle risorse.
Nel dicembre del 2008, a Torino durante una conferenza sulle potenzialità del cosiddetto “cloud computing” - l’uso di internet come piattaforma di sviluppo tecnologico - un partecipante ha sarcasticamente chiesto ‘come si pensasse di far funzionare una piattaforma internet 2.0 in un’Italia 0.0′ dove il tasso di penetrazione della banda larga è ancora sotto il 10%. Un giovane imprenditore di una start-up, anch’egli presente alla conferenza, ha raccontato che il nuovo software che era riuscito a produrre è stato rifiutato dai rivenditori poiché ritenuto ‘troppo innovativo per il mercato italiano’. Alla fine l’imprenditore, pur di riuscire a vendere il prodotto, si è visto costretto a ridurre il livello di innovazione tecnologica del software.

Proprio come non ha alcun senso far viaggiare dei treni ad alta velocità su binari lenti, ha altrettanto poco senso avere un leader del 21° secolo come Barack Obama in un sistema politico del 20° secolo come quello italiano.
Le riforme e le trasformazioni sistemiche non possono essere ritardate in attesa dell’arrivo di un profeta politico. Bisogna passare il testimone a quegli “agenti del cambiamento” capaci di innovare tanto i contenuti quanto i metodi. Le loro voci devono essere ascoltate, i rappresentati messi in collegamento tra di loro e con i problemi del paese in maniera tale che l’aggregato possa produrre una trasformazione generale e non degli sforzi isolati.
In realtà un metodo nuovo ha già preso piede. Esso fa perno su alcuni ideali come l’innovazione audace, la lungimiranza, il pragmatismo, e l’inclusione. Nozioni e modi di pensare che i giovani professionisti e ricercatori italiani con solide esperienze all’estero - in particolare in Europa e negli Stati Uniti - hanno messo in atto per decenni.

Il cambiamento non potrà mai venire dall’esterno. Ma il cambiamento può scaturire dalle esperienze degli italiani che hanno imparato molto fuori dall’Italia e da tempo hanno voglia di dare un contributo al paese. Essi sono stanchi di essere esclusi, sono risoluti dinanzi alle avversità, ma avversi all’antagonismo tra generazioni poiché sono accesi sostenitori della collaborazione intergenerazionale e della meritocrazia. Brandiscono la spada della non-appartenenza e dell’indipendenza dai warlords della politica italiana, dell’accademia, dell’economia, e dei media nazionali in attesa che arrivi il tanto atteso momento di tornare a casa.

C’è chi sostiene che la crisi economica globale senza precedenti che ci ha investito lascia pochi margini di manovra per attuare delle riforme e dei cambiamenti radicali. Tuttavia la storia ha dimostrato l’esatto contrario. Come suggerito dall’ultimo rapporto del CENSIS, l’attuale crisi economica globale avrà pur creato una “situazione di panico collettivo” ma essa ha anche seminato il seme della speranza in una “trasformazione epocale” simile a quella realizzata nel secondo dopoguerra che appare l’unica via d’uscita percorribile. Ammesso che si faccia spazio a una nuova leadership collettiva