mercoledì, febbraio 21, 2007

I paradossi di Escher

“Mani che disegnano” 1948.
Il paradosso principale di quest’opera è l’autoreferenzialità dovuta al fatto che ognuna delle mani sta disegnando l’altra. Altro contrasto illogico è la tridimensionalità delle mani accanto alla bidimensionalità dei polsini delle camicie. E' qui che Escher vuole portarci: ogni disegno è una forma di illusione.
Il geniale inganno di realtà impossibili prodotte da Escher contiene una logica visiva voluta che concede all’osservatore di cogliere gli effetti contraddittori prodotti. Molte sue opere sono costruite come dei paradossi logici: sembrano basate su premesse vere (le immagini), per mezzo di ragionamenti corretti (la composizione), e tuttavia portano a conclusioni contraddittorie (mondi impossibili). Geniale!

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