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rientra a casa, stanco, forse anche un pò annoiato, ha un unico pensiero: il piano.
è frenesia quel tormento dell'anima che lo scaraventa sui tasti.
è un succedersi di bianco e nero irriverente contro tempi e pause, attraversa il pentagramma e cancella lo spartito.
il suono, neanche in sordina, lacera il buio della sala e tra le pareti riecheggia solo il battito delle note che riannodano i fili di un'infanzia appena passata e dell'adolescenza appena sbocciata.
è febbre, solo cuore, tensione che annega.
poi il silenzio che concilia,
la quiete che dilaga,
il vuoto.
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