
franco cuomo ci apre la soglia delle sue percezioni attraverso l'occhio dei 'the 13 floor elevator'.
buon viaggio, amici...
navigando, navigando si raccolgono pensieri che contano...
Il paradosso principale di quest’opera è l’autoreferenzialità dovuta al fatto che ognuna delle mani sta disegnando l’altra. Altro contrasto illogico è la tridimensionalità delle mani accanto alla bidimensionalità dei polsini delle camicie. E' qui che Escher vuole portarci: ogni disegno è una forma di illusione. 
L'ho rivisto ieri sera mentre pedalavo sulla cyclette, del film ricordavo le atmosfere e un pò la storia, poi il buio e lo schermo a parete, che avvolge ogni tentativo di fuga, hanno fatto il resto. Ho viaggiato anche io nella austera (e realmente vissuta) storia d'amore tra lo scrittore Clive Staples (Jack) Lewis e la poetessa americana Joy Gresham: lei (Debra Winger), reduce da un divorzio si è trasferita in Inghilterra col figlio adolescente, lui (Anthony Hopkins), impeccabile professore di lingua e letteratura inglese ad Oxford, ne apprezza subito la fresca sensibilità. E' un viaggio tra i libri e nei libri, è la ricerca di senso che, attraverso i libri, salva anche chi non ha niente altro a cui aggrapparsi, "Leggiamo per sapere che non siamo soli" .


"...nella macchina noi stretti vicini, tu sotto una coperta mi hai cercato la mano e l'hai tenuta.
Ho stretto gli occhi per strozzare il tempo. Gli occhi ci riescono...
Ho amato e conosciuto i corpi accalorati e presi nell'avvinghio,
ma quella mossa tua è una bandierina piantata in mezzo al vento di una cima, dove non si puo' piu' salire in alto verso un'intimita' maggiore,
dove quella raggiunta e' inabitabile.
Da li' bisogna scendere. Così so dire adesso.
Allora la tua mano è stata congiunzione, la particella che sta tra due nomi e li accoppia piu' di abbracci e baci.
La tua mano minuta serrata nella mia inutilmente larga,
serrata a serratura chiudeva noi due dentro e tutti gli altri fuori."
