"Tutto è fermo intorno, io solo potrei muovermi.
Perlustro con gli occhi i visi dei passanti, tra essi vedo il tuo, mamma.
Sei giovane, un'età tua che non ricordo più. Si dice che le mamme non abbiano età. Da bambino te le vedevo tutte, la vita era lunga un giorno, moriva col sonno e risorgeva al risveglio. Nel corso del giorno tutte le età ti venivano al viso, nessuna si fermava un'ora. Tu eri il sempre, nascevi la mattina, morivi la sera, comparendo e disparendo dalla stessa porta, conducendo la luce del mattino e riportandola via dietro di te la sera, lasciando una piccola striscia di lume sotto la porta che chiudeva male.
Tutte le età in un giorno: dev'essere difficile essere guardati con tanto errore da un figlio e mai saperlo.
Dev'essere stato impossibile da indovinare il cruccio del bambino che non vuole dormire: non io morivo nel buio ogni sera, ma tu. Allora sul bilico del sonno ti tenevo per nome stretta nei denti e nelle mani chiuse e tuffavo gli occhi all'indietro. Stavamo sott'acqua un attimo e poi rispuntavamo insieme nel sogno. Così ti salvavo ogni sera. E quando provavi pace a vederlo finalmente dormire non potevi sapere lo sgomento di entrare nella corrente dei suoi sogni. Forse addestrano al mondo. Certo il tuo era un bambino poco adatto a farsi intendere e forse poco disposto. Una fioritura di reticenze preparava la sua identità."
Non ora, non qui.
Erri De Luca