martedì, maggio 12, 2009

PAPI ELIO...

Dal blog di MARCO TRAVAGLIO riporto:
Vignetta di theHandDunque. Elio Letizia da Secondigliano, messo comunale, 12 mila euro dichiarati all’anno, ha una figlia, Noemi, che veste firmato e va a scuola in Mercedes con autista. Lui conosce intimamente il premier, ma né lui né il premier spiegano come e quando si sono conosciuti. Anche Noemi conosce intimamente il premier: a 15 anni inviò un book di foto a Mediaset tramite un amico di Dell’Utri; poi, a 16-17 anni, iniziò a frequentare “papi” per tirargli su il morale col karaoke. Milano, Roma, Sardegna. Ma sempre, giura Ghedini, accompagnata dai genitori. Strano: i coniugi Letizia risultano separati da anni; e il Corriere ventila addirittura un’“amicizia particolare” tra Elio e un ex dirigente comunale. Quali armi di persuasione possieda Elio per convocare il premier da Milano alla circonvallazione di Casoria, posto da paura, non è dato sapere. Salvo credere al premier: “Elio voleva parlarmi delle candidature di Malvano e Martusciello”. Uno è l’ex questore di Napoli, deputato Pdl; l’altro un consigliere regionale Pdl, fratello del coordinatore forzista in Campania. I due non han mai visto né conosciuto Elio. Che però, generoso com’è, li raccomandava lo stesso.

Silvio rimane chiuso un’ora in aereo a Capodichino in attesa che Noemi entri alla festa. E, siccome ha deciso all’ultimo momento, le regala un collier che casualmente teneva in tasca, per ogni evenienza. Sempre casualmente, la scorta aveva "bonificato" il locale da eventuali pericoli già in mattinata, prima che lo stesso premier sapesse che ci sarebbe andato. E, ancora casualmente, da sotto un tavolo è poi spuntato in tempo reale un fotografo di “Chi” (Mondadori) per immortalare la scena. Tutto chiaro. Ecco perchè Veronica e Mike Bongiorno trovavano perennemente occupato: era sempre al telefono con Elio.
(Vignetta di theHand)

mercoledì, aprile 15, 2009

NATZINGER COLPISCE ANCORA...

da LA STAMPA.IT:
Stop del Vaticano alla figlia di JFK




Caroline Kennedy definita "troppo liberal", bocciata la sua candidatura ad ambasciatrice
GIACOMO GALEAZZI - CITTÀ DEL VATICANO
Avvocato, cresciuta nella più nota famiglia cattolica degli Stati Uniti, un’educazione nel Collegio del Sacro Cuore in Massachusetts, scrittrice. Un profilo sicuramente adatto a ricoprire un ruolo delicato come quello di ambasciatore americano presso la Santa Sede. Ma neppure il cognome altisonante le ha aperto un varco Oltretevere: Caroline Kennedy, figlia di JFK e grande supporter di Obama durante la campagna elettorale per le presidenziali, non è gradita in Vaticano. E’ troppo liberal, perché è favorevole alla libera scelta su staminali, aborto, eutanasia. Dunque «non è la persona adatta a dialogare con la Chiesa sulle questioni eticamente sensibili». Obama come Sarkò: la Santa Sede dice no a Caroline Kennedy e rigetta la proposta arrivata da Washington con la certezza del gradimento. Se per l’investitura dell’ambasciatore in Vaticano il presidente francese ha incassato dodici mesi di no a candidati gay, protestanti, divorziati o «inadatti per ragioni personali o situazioni matrimoniali irregolari» (poi, «nomen omen», è stato scelto Lefebvre, omonimo dell’arcivescovo scismatico), non va meglio al suo collega statunitense, non a caso ancora in attesa di udienza Oltretevere durante il G8 di luglio in Sardegna. Un intoppo diplomatico tanto più grave, in quanto è esploso mentre i vescovi Usa tuonano quotidianamente contro il nuovo corso di Washington.

La Curia, su sollecitazione dell’episcopato americano in rotta con i credenti «pro choice» su aborto, eutanasia e staminali embrionali, ha riservatamente negato il proprio «placet» all’indicazione di Caroline, figlia del primo e finora unico inquilino cattolico della Casa Bianca. Una decisione unilaterale che, in base ad una convenzione diplomatica di mezzo secolo fa, non richiede spiegazioni ufficiali. Non è l’erede del clan Kennedy la figura-ponte, la cattolica «pro life» (ammesso che tra i democratici ce ne siano) che la Santa Sede attende per riprendere il dialogo dopo anni di «filo diretto» nell’era Bush. Un grattacapo non da poco per l’uomo più potente del mondo. Come sostituta della «teocon» Mary Ann Glendon, introdotta nei Sacri Palazzi al punto da guidare delegazioni vaticane alle conferenze internazionali e da essere cooptata nelle accademie pontificie, la Segreteria di Stato retta dal cardinale Tarcisio Bertone non gradisce una super-attivista della campagna elettorale di Obama, giocata in antitesi alle gerarchie ecclesiastiche su scienza e morale. Si ripete così il copione di un anno fa, quando Parigi non trovava un ambasciatore eterosessuale e monogamo da inviare in Vaticano. E, non riuscendo l’Eliseo a insediare un nuovo rappresentante diplomatico presso la Santa Sede, si incappò in una «prima volta» che fece scalpore. Benedetto XVI, infatti, visitò la Francia accompagnato da un semplice segretario di ambasciata, Pierre Clochard.

Un’anomalia passata tutt’altro che inosservata nel protocollo diplomatico e che ora finisce in secondo piano per le «difficoltà» di Obama. Finora nessuno dei candidati scelti dalla Casa Bianca è apparso adatto al Vaticano. Un percorso in apparenza semplice (considerato il gran numero di personalità cattoliche in vista negli Usa) ma che si sta rivelando irto di ostacoli. Il problema della sede «vacante» è stato richiamato un mese fa dal portavoce papale padre Federico Lombardi di fronte all’ipotesi di un incontro tra il Pontefice e Obama. Quale ambasciatore degli Stati Uniti in Vaticano, la nuova amministrazione voleva qualcuno, anche al di fuori della diplomazia, che potesse dare lustro al Paese e la primogenita di Jfk sembrava corrispondere all’identikit. Nei Sacri Palazzi si sottolinea che «in un momento di tensione sui temi eticamente sensibili, è preoccupante che l’ambasciata Usa presso il Vaticano non abbia un titolare». Ma Sarkò e Obama non sono gli unici. Anche con l’Argentina, sotto il pontificato di Joseph Ratzinger, si è registrata la medesima impasse per il no vaticano all’ex ministro della Giustizia, Alberto Iribarne, divorziato e fautore delle iniziative legislative sull’aborto e la contraccezione. Un po’ come l’altro candidato Usa bocciato dalla Curia, cioè Douglas Kmiec, il boss cattolico del Partito democratico che spalleggia Obama nei finanziamenti alla ricerca sulle staminali embrionali e alle Ong abortiste. «Senza ambasciatore, nessuna udienza al presidente Usa per il G8», spiegano Oltretevere, dove accresce l’imbarazzo anche l’invito a metà maggio a Obama da parte della Notre Dame, università cattolica dell’Indiana, che ha già scatenato le proteste delle diocesi d’America.

/www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200904articoli/42818girata.asp

venerdì, aprile 10, 2009

SENZA VERGOGNA!

da PEACE REPORTER riprendo e pubblico:

Chi lo ha costruito, l'ospedale San Salvatore dell'Aquila?

Chi lo ha costruito, l'ospedale San Salvatore dell'Aquila?
Tutti gridano allo scandalo, e giustamente, perché quell'ospedale, finito di costruire e inaugurato alla fine degli anni '90, è venuto giù come un fuscello. Un'ala è completamente crollata, mentre il resto della struttura è stata dichiarata inagibile al 90 percento, mentre le autoambulanze continuavano a scaricare proprio lì decine di feriti.

Il crollo hanno causato la morte di due bambini ricoverati in pediatria.

I lavori di costruzione dell'ospedale sono iniziati nel 1972, trentasette anni fa. Per ultimarlo, dunque, ci sono voluti quasi trent'anni.

La spesa prevista era di 11 miliardi e 395 milioni di lire, la capienza di 1.100 posti.

Poi, mano a mano che il tempo passava, i posti letti previsti nel progetto originale, si sono ridotti a d essere 560. Un bel risparmio?
No di certo, perché quasi alla fine dei lavori l'ospedale sarà costato circa 164 miliardi di lire. Cioé circa 84.698.931 (leggasi più di ottantaquattro milioni di euro e mezzo).

L'Ospedale di cardiochirurgia che Emergency ha costruito a Khartoum (questo) è costato 12 milioni. Chiavi in mano. Attrezzature biomedicali comprese. Utile sapere però che sia le strutture che i biomedicali cardiochirurgici sono quanto di più caro esista in chirurgia.
Per costruire quell'ospedale (in Africa, nei pressi del deserto, non vicino ad un centro cittadino europeo) ci sono voluti meno di tre anni. I primi scavi erano partiti nell'ottobre 2004, l'ospedale si è inaugurato nel marzo del 2007. E, a detta di tutti i tecnici che lo hanno visto e toccato, e di tutti i chirurghi che ci han lavorato, quell'ospedale, con i suoi pannelli solari per l'energia, i suoi sistemi di filtraggio dell'aria e le altre tecnologie impegate, è uno dei più belli del mondo.

Dicevamo che l'ospedale San Salvatore, quasi alla fine dei lavori, era costato 84,7 milioni di euro. Quasi alla fine perché per finire i lavori ce ne sono voluti altri 16. Totale, quasi 101 milioni di euro. Nove volte di più di uno dei centri di cardiochirurgia migliori al mondo.

Una inchiesta parlamentare, che risale al 2000, che è anche l'anno in cui il San Salvatore fu inaugurato, aveva messo in rilievo «l'irrazionalità e l'obsolescenza dell'impianto costruttivo, la scarsa qualità dei materiali impiegati oltre all'enorme dispersione dei percorsi orizzontali».

Come dire, si sapeva tutto fin dal giorno dell'inaugurazione del San Salvatore.

Ma chi ha consegnato "chiavi in mano" quel catorcio assassino di ospedale alla Asl dell'Aquila? Una piccola ditta di costruzioni, poco nota al pubblico e alle cronache: l'Impregilo.

Cioé la più importante azienda di costruzioni italiane, quella stessa che apre il suo sito con la frase "il progresso, la più grande delle nostre opere", che nel 2007 ha chiuso con un fatturato di 2.627 miliardi di euro e con un risultato di 131.2 milioni.
Una azienda che ha tra i suoi consiglieri di amministrazione persone del calibro di Beniamino Gavio (Società iniziative Autostradali), Andrea Novarese (Gemina Spa), Giuseppe Piaggio e Claudio Cominelli, che sono anche consiglieri di amministrazione della Atlantia (la ex Autostrade Spa) del gruppo Benetton. In Atlantia Piaggio e Cominelli siedono di fianco a Alberto Clò, che a sua volta è consigliere della Italcementi, che vede nel consiglio di amministrazione anche Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. Oltre a loro, nel consiglio di amministrazione siede anche Nicola Fallica, a sua volta consigliere di amministrazione della Immobiliare Lombarda della famiglia Ligresti.

Il gotha delle costruzioni, dunque, gestisce Impregilo, che è la stessa azienda che sta costruendo l'alta velocità tra Milano e Napoli e tra Torino e Venezia. Quella stessa che sta ammodernando (come ha ammodernato l'ospedale San Salvatore?) la Salerno-Reggio Calabria, per cui ha appena chiesto un prolungamento di tre anni per la consegna dei lavori.
Quella stessa a cui il governo vorrebbe affidare i lavori per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina e delle nuove centrali nucleari.
Quella stessa che aveva in gestione, attraverso la Fibe, il processo di smaltimento dei rifiuti della regione Campania.
Per contratto, i lavori di costruzione dell'inceneritore di Acerra, sarebbero dovuti terminare nel 2003. Sono finiti nel 2009, con sei anni di ritardo. Sei anni che sono costati centinaia di milioni di Euro e la disperazione degli abitanti della Campania, sommersi dai rifiuti.

Fu l'Impregilo, dunque, a consegnare l'ospedale San Salvatore alla azienda sanitaria de L'Aquila. Quell'ospedale, l'altroieri, ha ucciso.

http://it.peacereporter.net/articolo/15084/Senza+vergogna

giovedì, marzo 26, 2009

JAPAN FESTIVAL A SORRENTO

JAPAN FESTIVAL A SORRENTO IL 28 e 29 MARZO
ARTE E CULTURA NIPPONICA IN TERRA DELLE SIRENE
PRODOTTI TIPICI E MENU’ GIAPPONESE TRA GLI APPUNTAMENTI IN COSTIERA

Nel prossimo fine settimana il Giappone sbarca a Sorrento con tutto il suo armamentario culturale. Teatro, musica, pittura e artigianato nipponico saranno i protagonisti del week end nella terra del Tasso che ospiterà, il prossimo 28-29 marzo, il Japan Festival. Ma non solo per il 2009, questo appuntamento, con cadenza annuale, terminerà nel 2011. Per questo primo anno, il Festival vedrà l’arrivo di 200 artisti accompagnati dalla Corporation Nippon Express , dall’Ambasciata Giapponese in Italia e dai responsabili della Fondazione Agnelli Italia-Giappone che da anni cura i rapporti tra le due nazioni. Con la delegazione artistica arriveranno anche i responsabili della Selene, tour operator di incoming dal Giappone.
La scelta su Sorrento è caduta in virtù dei rapporti, quasi decennali, che il comune intrattiene con alcuni comuni del Sol Levante, è noto a tutti, anche lo scambio natalizio con alcune famiglie sorrentine che ospitano di volta in volta giovani studenti giapponesi per le festività natalizie.
Sorrento è la quinta realtà italiana ad ospitare questo Festival di spettacoli cultura e folklore. Prima Firenze, Venezia, Roma. Gli ultimi tre anni la sede prescelta è stata Palermo e per il triennio 2009-2011 sarà Sorrento.
Tra Villa Fiorentino e Teatro Tasso, per due giorni, si potrà assistere alle esibizioni teatrali, canore, di ballo, o alle creazioni degli artisti giapponesi.
La città di Sorrento si è preparata ad accoglierli anche sul versante enogastronomico.
Sabato alle ore 13 nella sala del consiglio comunale un buffet, con esposizione di tutti i prodotti tipici della Costiera sorrentina e i vini dei Campi Flegrei, saranno offerti alla delegazione giapponese presente a Sorrento
Dalla mozzarella offerta dal caseificio Apreda, i vini di Grotta del Sole per passare ai due oli Dop, quelli prodotti dai due opifici della Costiera: Gargiulo e Ferrara. Non poteva mancare la pizza, la pasta di Gragnano e per finire il limoncello Villa Massa.

Durante il buffet in onore degli artisti nipponici il sindaco di Kumano (gemellata con Sorrento), Kauji Kawakom, ha proposto che al gemellaggio tra le rispettive città segua anche quello tra due bevande tradizionali: il Kafunokomani, l’antica bevanda preferita dagli Imperatori a base di un particolare agrume coltivato biologicamente e la cui ricetta è stata recuperata dal “Kumsnotokimhi Club” ed il tradizionale limoncello di Sorrento prodotto dall’azienda Villa Massa, distribuito da oltre dieci anni nei migliori locali giapponesi

In questi due giorni gli ospiti assaggeranno alcune specialità della zona, mentre i ristoranti si cimenteranno con la cucina della tradizione nipponica, come lo chef Vincenzo Galano del ristorante Vittoria, del Grand Hotel Excelsior Vittoria,che per domenica 29, ora di pranzo, ha preparato uno speciale menù dagli occhi a mandorla. Tipiche pietanze ispirate alla Cucina “Kaiseki”:
Insalata con germogli di soia; shiitake e tofù Zuppa di miso con vongole e alghe kombu; Sushi & sashimi; Tempura di gamberoni e verdura con salsa al miring; Dolce alle mandorle con fagioli azuki; Tè verde e saké (Per prenotazioni: 081 8777111)

da salvatore tuccillo

domenica, marzo 22, 2009

LO SPERMA (GRAZIE A DIO!) NON E' ACQUA

una riflessione di malvino su cui meditare attentamente

Sette quintali

La XV Giornata Mondiale della Gioventù fu un evento di dimensioni ciclopiche. Per darne una misura, basti pensare agli oltre 200.000 preservativi che i netturbini romani raccolsero nella piana di Tor Vergata, dove aveva pernottato in sacco a pelo buona parte dei 2.500.000 di fedeli che il 19 agosto 2000 avrebbero assistito alla messa con la quale Giovanni Paolo II chiudeva il meeting.
Sette quintali di lattice e sperma sono un argomento di discreto peso in favore dell’utilità del preservativo contro il rischio di gravidanze indesiderate e di malattie infettive a trasmissione sessuale, tanto più se così emblematicamente riconosciuta da un campione a buon titolo rappresentativo del mondo cattolico. Più di 200.000 preservativi usati in una sola notte, inoltre, sono un record che l’Africa difficilmente potrà insidiare.

MARIE'

Come al cielo gli aeroplani
Gianmaria Testa - Solo. Dal vivo. - 2009

E se mai come per caso ti cercassero altre mani
e altre mani disegnassero altre impronte su di te
come al giorno gli aeroplani
come i giorni su di me
Maria, Maria, Mariù

E se dalle strade accese ti chiamassero altre voci
e altre voci confondessero la mia voce dentro te
come l'acqua dentro l'acqua
e i ricordi che non ho
Maria, Maria, Mariù

Questa notte non sarebbero canzoni
questa notte passerebbe di per sé
come al cielo gli aeroplani
come i sogni che non so
Maria, Maria, Mariù

Questa notte non sarebbero canzoni
questa notte passerebbe come se
solo il cielo agli aeroplani
solo i sogni che non ho
Maria, Maria, Mariù

Come il cielo agli aeroplani
come i sogni che non ho
Maria, Maria, Mariù

Come il cielo agli aeroplani
e tutti i sogni che non ho
Mariù

sabato, febbraio 28, 2009

DA NON PERDERE!!!



“Film&Food Festival - Il Gusto del Cinema da Stabia a Sorrento” 4/5/6/7 MARZO 2009
Evento di Cinema e Gastronomia organizzato dalla Condotta dello Slow Food con la collaborazione del Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento e la rivista “Gusto Mediterraneo” che si terrà in penisola Sorrentina dal 4 al 7 marzo 2009
L' evento è citato sulla stampa della patria mondiale della gastronomia "Le Figaro".
Si rinnova in costiera il goloso appuntamento tra Cinema e Gastronomia. Un festival itinerante con proiezioni di film seguite da cene a tema in ristoranti della penisola che vanno da Castellammare fino a Sorrento. Un evento che vedrà le due arti intrecciarsi in un unico momento culturale e conviviale con la partecipazione di giornalisti cinematografici, di quelli che curano le pagine di enogastronomia ed esperti Slow Food.

Cinema e gastronomia: due espressioni artistiche, due modi di vedere il mondo che hanno in comune l’intensità dell’emozione che si prova gustandoli E’ questione di sensi. Quello del gusto e quello della vista. Sensi che comunque partono dal cuore. Ma è soprattutto questione di passione. Quella sfrenata per l’arte cinematografica che mette sullo schermo pezzi di storia umana o fantastiche illusioni e quella per la cucina che mette nei piatti il modo di essere di un popolo o le fantasiose rivisitazioni di tradizioni secolari.

Uno dei punti di incontro, ben visibile, tra le due arti sono le memorabili scene ambientate a tavola o che hanno per oggetto il cibo. La sintesi di questo incontro, tutt’altro che raro nella filmografia di tutti i tempi, è racchiusa nell’ultimo libro “Il gusto del Cinema- Almanacco 2008”, della giornalista Laura Delli Colli inviata del settimanale “Panorama”. Un libro di ricette rivisitate dall'autrice e tratte da scene di memorabili film del 2008.

Ed è proprio il libro di Delli Colli con la filmografia del 2008 ad essere il filo conduttore dell’evento. Dal libro sono stati scelti 3 film che hanno in comune il tema della tolleranza, l’integrazione e la solidarietà sociale per raccontare il gusto di un cinema che ha il sapore dolce, salato, piccante ed esotico della buona tavola.

I film saranno proiettati gratuitamente al Cinema Delle Rose di Piano di Sorrento con un unico spettacolo pomeridiano previsto per le ore 18.

- Mercoledì 4 marzo “Pranzo di Ferragosto” di Gianni Di Gregorio con Valeria De Franciscis e Alfonso Santagata. Film rivelazione, premiatissimo alla Mostra di Venezia 2008, con la pasta al forno che dirà la sua sulla solidarietà sociale

- Giovedì 5 marzo “Bianco e nero” di Cristina Comencini con Fabio Volo a Ambra Angiolini. Film sull’amore che superando le barriere razziali può tutto, anche trasformare il protagonista in un improvvisato cameriere che serve polpette vegetali.

- Venerdì 6 marzo “Lezioni di cioccolato” di Claudio Capellini con Luca Argentero, Violante Placido e Neri Marcorè. Un film al cioccolato in ogni senso, dove il prelibato dolce cambierà la vita al protagonista facendogli incontrare l’amore e capire l’importanza del rispetto per i lavoratori stranieri.

Dopo ogni proiezione ci sarà la cena ispirata al film con una libera interpretazione, dei piatti presi prestito dal libro della Delli Colli, da parte dello chef di casa che sarà affiancato da uno chef stella Michelin. E quindi la tolleranza a tavola prenderà il sapore della pasta vista in “Pranzo di ferragosto”, il sapore della cucina etnica vista in “Bianco e nero” e del cioccolato visto in “Lezioni di cioccolato”. Prima della cena un giornalista esperto in enogastronomia, affiancato da un esponente dello Slow food, illustrerà i piatti ed il loro collegamento al film

L'itinerario ed i protagonisti:

- Mercoledì 4 marzo apertura del Festival al Gran Hotel "Crowne Plaza Stabiae Sorrento Coast" di Castellammare ore 20.30 con una cena ispirata al film “Pranzo di ferragosto” che avrà per protagonista la pasta della vicina Gragnano ed in particolare quella del pastificio “Garofalo”. In una serata dedicata alla pasta non poteva mancare la presenza del “Club Maccheronico” e del suo presidente, il noto giornalista enogastronomico Antonio Fiore. Ospite d’eccezione la scrittrice Maria Natale Orsini che con il suo romanzo “Francesca e Nunziata”, da cui è stato tratto un celebre film con Sofia Loren, ha contribuito alla diffusione della cultura della pasta artigianale. Il menù a quattro mani sarà curato, dallo chef di casa Enrico Mori e da Renato Martino chef del ristorante stellato “Vairo al Volturno”. Info/081.3946700

- Giovedì 5 marzo alla "Grillerie del Casale" di Meta ore 20.30, la cena sarà dedicata alla cucina etnica, ispirata al film “Bianco e nero”. La serata condotta dai giornalisti Stefano De Stefano e Luigi D’Alise esperti in cinema ed enogastronomia vedrà la partecipazione dello chef stellato Peppe Stanzione del ristorante “Casa del nonno 13” di Mercato San Severino che affiancherà lo chef della Grillerie Nico Ercolano. Info/081.8787722

- Venerdì 6 marzo al ristorante "Le Tre Arcate" di Piano di Sorrento ore 20.30,sarà di scena il cioccolato che con una libera interpretazione dal film “lezioni di Cioccolato” sarà il protagonista dei piatti preparati dallo chef stellato Peppe Guida del ristorante “Nonna Rosa” che affiancherà lo chef delle Tre Arcate, Salvatore Accietto. La giornalista Santa Di Salvo esperta in enogastronomia guiderà gli ospiti durante la cena di degustazione. Info/081.532 1849

- Sabato 7 marzo gran finale all'Excelsior Vittoria di Sorrento dove la giornata conclusiva prevede due eventi.
In mattinata sarà presentato il libro “ Malafemmena” di Liliana De Curtis. Un libro che racconta la vera storia della canzone scritta da Totò e celebrata anche in un famoso film. La figlia del grande Totò sarà presente all’evento
In serata il gala conclusivo con Laura Delli Colli che, affiancata da Bruno Gambacorta, Antonio Fiore, Santa Di Salvo ,farà un bilancio dell'evento coinvolgendo i giornalisti e gli chef protagonisti delle serate precedenti, tracciando un analisi della filmografia del 2008 ed il suo legame con la gastronomia ed i piatti visti nei film e poi preparati dai vari chef. Mentre lo chef del Vittoria Vincenzo Galano preparerà una cena ispirandosi, per il menù, ai tre film proiettati nelle serate precedenti. Un piatto dedicato alla pasta, uno al cacao ed uno ala cucina etnica. Una serata conclusiva che riassumerà l'itinerario svolto e lo spirito della intera manifestazione. Saranno presenti i vertici nazionali dello Slow Food, personalità del mondo della cultura Info/081.8071044

I vini in abbinamento ai piatti, creati per le quattro cene, sono delle aziende vitivinicole: “Terre di Sylva Mala”, “ Cantina Podere del Tirone” “ Marisa Cuomo” e “Terre del Principe”. Mentre i rosoli di fine pasto saranno dell’Enoteca Di Leva di Gragnano e la pasta di “Garofalo”. Inoltre, saranno utilizzati prodotti dei “Presidi Slow Food”

TUTTE LE SERATE PREVEDONO LA PARTECIPAZIONE DI UN PUBBLICO PAGANTE A PREZZO SLOW FOOD
Crowne Plaza 40euro
Grillerie Meta 35euro
Tre arcate piano35 euro
Vittoria 60 euro

giovedì, febbraio 19, 2009

VAI E SOTTOSCRIVI

Appello per il diritto alla libertà di cura

Rispettiamo l'Articolo 32 della Costituzione

Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull'onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico.

Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell'orientamento generale degli italiani.

Rivendichiamo l'indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.

Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l'integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.

Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.

Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.

Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.

Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.

Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione.


Primi Firmatari

Ignazio Marino, chirurgo e senatore
Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio
Corrado Augias, scrittore
Bianca Berlinguer, giornalista
Alessandro Cecchi Paone, conduttore televisivo
Maurizio Costanzo, giornalista
Guglielmo Epifani, Segretario Generale CGIL
Paolo Franchi, giornalista
Silvio Garattini, scienziato, farmacologo
Massimo Giannini, giornalista
Franzo Grande Stevens, avvocato
Marcello Lippi, Commissario tecnico della Nazionale italiana
Luciana Littizzetto, attrice e cabarettista
Alessandra Kustermann, medico, ginecologa
Miriam Mafai, giornalista e scrittrice
Vito Mancuso, teologo
Erminia Manfredi, regista
Simona Marchini, attrice e autrice
Rita Levi Montalcini, premio Nobel
Giuseppe Remuzzi, scienziato, immunologo
Stefano Rodotà, giurista
Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica
Umberto Veronesi, oncologo
Mina Welby, delegato municipale ai diritti civili
Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale

lunedì, febbraio 16, 2009

PERDETE OGNI SPERANZA...

riporto dal sito novamag.it

PERCHE' ALL'ITALIA NON BASTEREBBE UN OBAMA...

Il 27 gennaio lo Huffington Post, ormai celebre quotidiano online statunitense fondato nel 2005 da Arianna Huffington e premiato per due anni come migliore blog politico, ha pubblicato un intervento di due giovani ricercatori italiani con un’esperienza internazionale, Alessandro Fusacchia e Fabio Oliva intitolato “Italy: No Country For Young Men“. Ne riportiamo la traduzione in italiano.

L’Italia è alla ricerca di un Barack Obama italiano. All’indomani della vittoria del primo afro-americano in un’elezione presidenziale americana, politici italiani di ogni fede, la società civile, i media e l’opinione pubblica hanno reclamato con veemenza la necessità di un’ondata di speranza e cambiamento anche per la nostra penisola.Purtroppo il vento del cambiamento non soffia sull’Italia, un paese affetto da lentezze burocratiche, scandali e una scarsa propensione all’innovazione. Anche ammesso che si riuscisse a trovare un Obama italiano, un tale individuo da solo non riuscirebbe a ridare speranza e intraprendere le riforme e le trasformazioni necessarie a un paese immobile da decenni e resistente al cambiamento. In poche parole, l’Italia non è pronta per un leader come Obama.

Il Belpaese è assediato da problemi strutturali, che hanno bisogno di risposte e soluzioni strutturali. La ricerca di una leadership come quella rappresentata da Obama - giovane, competente e capace di unire una società frammentata e abbattuta - è possibile solo a condizione che si avvii una strategia innovativa per il reclutamento e l’empowerment delle nuove generazioni.

Il rinnovamento della leadership può essere realizzato soltanto attraverso un approccio inclusivo e inter-generazionale al potere. Purtroppo, il sistema italiano - per non parlare della sua attempata classe dirigente - è ostile a questi concetti. Esso rifiuta qualsiasi meccanismo di rigenerazione rendendo l’eventuale ascesa di una figura come quella del neo-presidente americano insufficiente a risanare il paese.
L’avvento di un nuovo leader sarebbe un inutile spreco nel momento in cui manca un’intera generazione di giovani consiglieri e riformatori aperti al cambiamento necessari a dare consistenza all’azione di governo e promuovere una nuova stagione di politiche pubbliche. Chi è predisposto alla creatività e aperto al cambiamento viene messo alla porta oppure è costretto a emigrare. Un rapporto promosso dalla Fondazione Migrantes ha dimostrato che oltre la metà dei 4 milioni di italiani che vivono regolarmente all’estero ha meno di 35 anni. I giovani professionisti e i ricercatori in particolare rappresentano la colonna portante della diaspora italiana.
I settori della ricerca, delle infrastrutture e dell’energia soffrono di problemi riconducibili alle stesse cause.
Le università continuano a chiedere maggiori fondi ma allo stesso tempo sono incapaci di farne un buon uso a causa delle incoerenze burocratiche, delle lacune strutturali di cui soffre un sistema dell’istruzione in affanno a causa dell’assenza di meccanismi di valutazione e ottimizzazione delle risorse.
Nel dicembre del 2008, a Torino durante una conferenza sulle potenzialità del cosiddetto “cloud computing” - l’uso di internet come piattaforma di sviluppo tecnologico - un partecipante ha sarcasticamente chiesto ‘come si pensasse di far funzionare una piattaforma internet 2.0 in un’Italia 0.0′ dove il tasso di penetrazione della banda larga è ancora sotto il 10%. Un giovane imprenditore di una start-up, anch’egli presente alla conferenza, ha raccontato che il nuovo software che era riuscito a produrre è stato rifiutato dai rivenditori poiché ritenuto ‘troppo innovativo per il mercato italiano’. Alla fine l’imprenditore, pur di riuscire a vendere il prodotto, si è visto costretto a ridurre il livello di innovazione tecnologica del software.

Proprio come non ha alcun senso far viaggiare dei treni ad alta velocità su binari lenti, ha altrettanto poco senso avere un leader del 21° secolo come Barack Obama in un sistema politico del 20° secolo come quello italiano.
Le riforme e le trasformazioni sistemiche non possono essere ritardate in attesa dell’arrivo di un profeta politico. Bisogna passare il testimone a quegli “agenti del cambiamento” capaci di innovare tanto i contenuti quanto i metodi. Le loro voci devono essere ascoltate, i rappresentati messi in collegamento tra di loro e con i problemi del paese in maniera tale che l’aggregato possa produrre una trasformazione generale e non degli sforzi isolati.
In realtà un metodo nuovo ha già preso piede. Esso fa perno su alcuni ideali come l’innovazione audace, la lungimiranza, il pragmatismo, e l’inclusione. Nozioni e modi di pensare che i giovani professionisti e ricercatori italiani con solide esperienze all’estero - in particolare in Europa e negli Stati Uniti - hanno messo in atto per decenni.

Il cambiamento non potrà mai venire dall’esterno. Ma il cambiamento può scaturire dalle esperienze degli italiani che hanno imparato molto fuori dall’Italia e da tempo hanno voglia di dare un contributo al paese. Essi sono stanchi di essere esclusi, sono risoluti dinanzi alle avversità, ma avversi all’antagonismo tra generazioni poiché sono accesi sostenitori della collaborazione intergenerazionale e della meritocrazia. Brandiscono la spada della non-appartenenza e dell’indipendenza dai warlords della politica italiana, dell’accademia, dell’economia, e dei media nazionali in attesa che arrivi il tanto atteso momento di tornare a casa.

C’è chi sostiene che la crisi economica globale senza precedenti che ci ha investito lascia pochi margini di manovra per attuare delle riforme e dei cambiamenti radicali. Tuttavia la storia ha dimostrato l’esatto contrario. Come suggerito dall’ultimo rapporto del CENSIS, l’attuale crisi economica globale avrà pur creato una “situazione di panico collettivo” ma essa ha anche seminato il seme della speranza in una “trasformazione epocale” simile a quella realizzata nel secondo dopoguerra che appare l’unica via d’uscita percorribile. Ammesso che si faccia spazio a una nuova leadership collettiva