La Stampa di oggi racconta l'odissea notturna di una donna che cerca inutilmente di farsi prescrivere la pillola del giorno dopo, compiendo una vera e propria via crucis negli ospedali romani e ottenendo in risposta una interminabile serie di dinieghi, motivati dall'obiezione di coscienza dei vari medici di turno.
Stante il fatto che questa stucchevole tiritera, a quanto risulta, si ripete continuamente in numerosi ospedali italiani, mi corre l'obbligo di ricordare che la pillola del giorno dopo non è un presidio abortivo, e che la legge 194/78 prevede la possibilità dell'obiezione di coscienza esclusivamente nel caso di interruzione di gravidanza.
Tanto premesso, invito le donne che dovessero vedersi rifiutata la prescrizione della pillola del giorno dopo a seguire i suggerimenti che seguono:
- farsi sempre registrare all’entrata del Pronto Soccorso;
- chiedere al personale medico e infermieristico con cui vengono in contatto di qualificarsi;
- se viene detto loro che il ginecologo di turno non può riceverle, chiedere cosa glielo impedisce e farsi dare le sue generalità complete;
- farsi rilasciare una cartella di Pronto Soccorso contenente i motivi della mancata prescrizione;
- in caso di non adesione del personale ospedaliero alle legittime richieste di cui ai punti precedenti, chiamare immediatamente le forze dell’ordine e denunciare l'accaduto sul posto e in loro presenza.
Qua tutte le informazioni; qua e qua i modelli da utilizzare per le denunce.
3 commenti:
tutto ha avuto inizio e fine nel 1563!
sì, cavolo, ma allora a Trento non c'era la tv!
ma c'era un surrogato potentissimo...inquisizione
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